sabato 7 dicembre 2013

Il Canneto


"Ascolta il ney , com'esso narra la sua storia, com'esso triste lamenta 

la separazione: Da quando mi strapparono dal canneto,ha fatto piangere uomini e 

donne il mio dolce suono! Un cuore voglio, un cuore dilaniato dal distacco 

dall'Amico, che possa spiegargli la passione del desiderio d'Amore; Perché chiunque 

rimanga lungi dall'Origine sua, sempre ricerca il tempo in cui vi era unito (...) 

Fuoco è questo grido del ney, non vento; e chi non l'ha, questo fuoco, ben merita 

di dissolversi in nulla!" Rumi, Masnavi


Il letto è sdrucito e sfatto. La stanza, una scatola metaforica, disegna ombre intorno, mentre sprazzi di luce filtrano dalla finestra. Sono sdraiato supino sulle coperte, a rimirare un paesaggio immaginario, ricamato da qualche particolare sulle pareti. Ton Pathei Mathos. Il volto scavato dall'acqua leggiadra delle lacrime. Non proferir parola. Quanto possono far male le parole, questi tristi segni con cui costruiamo le nostre meschine prosopopee. Non parlerò. Qualcosa era scomparso, qualcosa. Dove non si può più amare, bisogna passare oltre.








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