"Ascolta il ney , com'esso narra la sua storia, com'esso triste lamenta
la separazione: Da quando mi strapparono dal canneto,ha fatto piangere uomini e
donne il mio dolce suono! Un cuore voglio, un cuore dilaniato dal distacco
dall'Amico, che possa spiegargli la passione del desiderio d'Amore; Perché chiunque
rimanga lungi dall'Origine sua, sempre ricerca il tempo in cui vi era unito (...)
Fuoco è questo grido del ney, non vento; e chi non l'ha, questo fuoco, ben merita
di dissolversi in nulla!" Rumi, Masnavi
Il
letto è sdrucito e sfatto. La stanza, una scatola metaforica, disegna ombre
intorno, mentre sprazzi di luce filtrano dalla finestra. Sono sdraiato supino
sulle coperte, a rimirare un paesaggio immaginario, ricamato da qualche
particolare sulle pareti. Ton Pathei Mathos. Il volto scavato
dall'acqua leggiadra delle lacrime. Non proferir parola. Quanto possono
far male le parole, questi tristi segni con cui costruiamo le nostre meschine
prosopopee. Non parlerò. Qualcosa era scomparso, qualcosa. Dove non si può
più amare, bisogna passare oltre.
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