mercoledì 27 novembre 2013

#9

Tu cammini, ti muovi giocoso. Quella curiosità dei corpi che sconvolge e fa muovere i nostri occhi, lucidi e eccitati. Lascia che i maligni rimuginino le loro parole, che ci mandino anatemi. I loro discorsi vivono del nulla di uomini rattrappiti, appassiti sotto il macigno del mondo. Le mie mani intanto sfiorano il tuo petto, ne accarezzano le curvature, le sporgenze delicate. Continuiamo a rincorrerci, nello spazio limitato di questa stanza, a modulare le nostre distanze, le nostre vicinanze. Le paure, i blocchi, che a volte attanagliano la mia immaginazione, che a volte scandagliano le mie emozioni,  non sono che un'affermazione ancora più intensa del desiderio di te. Nessun inquisitore, esteriore o interiore, può negare quel che siamo, quel che diveniamo ogni volta, ogni minuto, ogni secondo, ogni attimo in cui respiri e mi baci e mi sfiori. Non si dà modo della Sostanza, della materia e del suo movimento, che non sia eterno nel suo divenire.





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